Mentre leggi queste parole, ti stai perdendo qualcosa. Che cosa? Chi sa.
Missing Outs – il nuovo lavoro di Elisabetta Consonni – affonda le sue radici nelle occasioni perse, in tutto quello che avremmo voluto, potuto, dovuto dire o fare: uno sguardo alla FOMO, la Fear Of Missing Out, ovvero quella costante paura di sentirci costantemente tagliat fuori, ansia sociale conosciuta e riconosciuta dalle nuove generazioni – millennials e oltre.
Attraverso il dispositivo teatrale del doppiaggio, alle volte vocale, altre volte coreografico, Missing Outs vuole ritrovare una relazione tra noi e la nostra proiezione, lì dove si raccolgono quelle occasioni mancate e dove andiamo a guardare, alla ricerca di una vita diversa, “[…] una vita parallela, che non realizziamo mai, che viviamo nella nostra mente, la vita che desideriamo e di cui fantastichiamo: i rischi che non abbiamo mai corso, le occasioni che abbiamo perso o che non ci sono state concesse”.
Il progetto è ideato da Elisabetta Consonni, artista che coreografa tutto, esseri umani e disumani, oggetti mobili e immobili, mappe, interstizi e gruppi spaziali di vacanza, ed è pensato per essere performato in uno spazio chiuso. Perché nessuno possa perder(selo), a fine luglio ci sarà un momento di apertura e presentazione al pubblico.
Missing Outs prende spunto dalle tesi dello psicanalista inglese Adam Phillips contenute nel saggio In Praise of the Unlived Life. Adam Phillips traccia un’interessante prospettiva sulla nevrosi tipicamente occidentale del continuo desiderare una vita diversa, nevrosi che porta a vivere costantemente nella zona di scarto tra chi vorremmo essere un giorno o chi non siamo riusciti ad essere nel passato, e chi siamo nel nostro presente. In una società di crescente individualismo dove la “specialità” del sé è assioma inflazionato e imperativo, cresciamo coltivando un’ossessione per la nostra unicità e il suo conseguente successo. Presto però ci rendiamo conto di quanto ciascuno di noi sia elemento accidentale e che l’anonimato è qualcosa con cui dover fare i conti. Secondo Phillips, il modello capitalista è generativo di questa frustrazione, stabilendo quel circolo vizioso interno a se stesso per cui sempre più siamo indotti a “conoscere noi stessi” attraverso l’idea di possesso: “conoscere ciò che vogliamo avere”.
Missing Outs è una produzione di Danae Festival, BASE Milano e Fattoria Vittadini Con il supporto di Lavanderia a Vapore, vincitore del programma di residenza AIR. Selezionato da KRAKK, il programma di residenze artistiche di Santarcangelo Festival.
Elisabetta Consonni è coreografa, il suo palcoscenico è lo spazio pubblico. La pratica della coreografia è per lei uno strumento per innescare un discorso sociale e interagire con i gruppi emarginati.
In questa residenza a BASE è con Daniele Pennati e Francesco Dalmasso.
I suoi lavori sono stati prodotti e presentati da Teatro Grande di Brescia (IT), Centro Nazionale della Danza Virgilio Sieni (IT), Konfrontacje Teatralne (PL), Biennale Danza di Venezia 2016 (IT), Orlando Festival (IT), Pergine Festival (IT), Lavanderia a Vapore (IT), International Dance Theater Festival Lublin (PL), Zona K(IT), Fog Festival (IT), Danae Festival (IT), Le Alleanze dei Corpi (IT), Festival Periferico (IT), Farout (IT). Nel 2019 vince li premio Open-Creazione Urbana Contemporanea.
È oggi artista associata di BASE, ovvero collaboratrice, complici, alleata di BASE nella progettazione di festival ed eventi del public program, talk e incontri, e nelle attività di formazione continua di artiste e artisti emergenti attraverso il programma di residenze artistiche e di design.
Elisabetta online: